“Mi chiami, ma quanto mi chiami…?” Approvata la legge sul telemarketing aggressivo.

Avv. Francesco Carbone   Il 2018 è stato foriero di  molte novità per il consumatore, in genere negative, come il chiacchieratissimo costo dei sacchetti di plastica per la frutta e verdura ai supermercati, altre positive e, chissà perché, meno pubblicizzate.

Questo articolo, quindi, vuole affrontare una tematica meno “social”, ma non per questo meno comune: il telemarketing aggressivo e le tre novità che andranno in vigore, grazie ad un disegno di legge approvato definitivamente il 22 dicembre 2017 dal Senato, in Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni in sede deliberante:

  • l’istituzione di un prefisso riconoscibile per i call center
  • la possibilità di inserire nel registro delle opposizioni anche i numeri di cellulare e quelli riservati
  • la revoca di tutti i consensi dati in precedenza ai nuovi iscritti al registro

Per quanto riguarda la prima novità, va detto che i prefissi saranno due:  uno per riconoscere le chiamate commerciali e un altro solo per le indagini statistiche. Quindi finalmente si potrà dire basta ai prefissi generici come 081,  02, 06, 091, 0595 e peggio ancora anonimi, ora i call center dovranno avere uno specifico prefisso, che identifica la loro attività.

E’ stata, però,  prevista una deroga: gli operatori telefonici possono non adeguarsi  a quest’obbligo se presentano l’identità della linea a cui possono essere contattati, cioè, in pratica, se il call center offre la possibilità di essere richiamato da e a spese dell’utente, può utilizzare il suo numero specifico e non quello stabilito dalla legge.

Le altre due novità riguardano il potenziamento del registro delle opposizioni, oggi gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni, che contiene i numeri a cui è vietato telefonare a scopi commerciali. Infatti, ora,  si potranno iscrivere anche i numeri di cellulare ed anche i quelli riservati, cioè i numeri non presenti nell’elenco telefonico, mentre prima era consentito solo per i numeri fissi.

Il registro delle opposizioni (il cd. FUB) fino ad adesso non ha avuto una grande fortuna e questo per una molteplicità di ragioni, alcune soggettive ed altre oggettive.  Innanzitutto, come detto, valeva solo per i numeri fissi e basta guardare la cura dimagrante che ha fatto l’elenco telefonico negli ultimi anni, per comprendere come l’iscrizione era, di fatto, riservata a pochi. Inoltre non va dimenticata la scarsa consapevolezza che il consumatore ha dei propri diritti, ma c’è anche un limite oggettivo: in precedenza l’iscrizione poteva essere vanificata dal consenso che l’utente aveva prestato per distrazione, errore o anche perché altrimenti non poteva usufruire di un certo servizio (si pensi ad un concorso a premi o ad una raccolta punti).  Per cui anche se il numero (fisso) era stato registrato al FUB il telemarketer poteva chiamarlo lo stesso e per di più legittimamente, in virtù di una iscrizione ad un concorso per pannolini o a un sito di acquisti on line.

Ed ecco la grande portata dell’ultima novità: l’iscrizione al registro delle opposizioni comporta l’annullamento di tutti i consensi concessi dall’utente in precedenza, E se dopo l’scrizione vengono rilasciati altri consensi, basterà iscriversi nuovamente al registro per annullarli completamente e farne tabula rasa.

Una svolta epocale, che non poteva lasciare indifferente la “lobby dei call center” ed ecco che all’ultimo momento fra le pieghe della legge è stata inserita una deroga:  sono salvi  i consensi già “prestati nell’ambito di specifici rapporti contrattuali in essere, ovvero cessati da non più di trenta giorni aventi a oggetto la fornitura di beni o servizi”. In pratica anche se iscritti al registro potranno chiamarci le società con cui abbiamo un contratto oppure quelle da cui abbiamo disdetto da non  più di 30 giorni. Per esempio, operatori telefonici che ci offrono un servizio aggiuntivo a quanto incluso nel contratto, oppure che ci chiedono di tornare da loro entro 30 giorni dalla disdetta.

E poiché per i dettagli operativi del registro occorre la pubblicazione di uno specifico decreto della Presidenza del Consiglio entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge è  lecito aspettarsi, nelle prossime settimane e prima che la legge vada a regime,  un recrudescenza dell’attività call center, proprio per offrire servizi aggiuntivi e quindi vanificare  l’iscrizione al registro delle opposizioni, sfruttando questo cavillo.

Ottimisticamente si può concludere che, fra qualche mese, ci sarà un’alternativa al fingersi morti, minorenni, incapaci di intendere e volere, stranieri o badanti stranieri: basterà guardare il numero del chiamante e poi, preso atto che la telefonata proviene da un call center, decidere liberamente se rispondere o meno, senza sfidare  a “singolar tenzone”,  il povero centralinista di turno, perché “la miglior vendetta è l’indifferenza”.

 

 

A cura di  Francesco Carbone  – Avvocato e docente   – www.francescocarbone.tk

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