Ecco i rischi che corrono i consumatori di acqua in bottiglie di plastica.

Cari professori/e,

è arrivata la bella stagione, le giornate si allungano, le temperature si innalzano e la sete aumenta, è dunque fisiologico bere di più, ma cosa bere?

Ovviamente evitiamo bevande gassate o zuccherine e nella scelta dell’acqua facciamo leva sulla consapevolezza per modificare la cattiva abitudine di bere acqua in bottiglie di plastica.

Le bottiglie di plastica vengono prodotte con un polimero, il POLIETILENE TEREFTALATO (PET).

Il PET può rilasciare sostanze chimiche dannose per la salute, ma la letteratura scientifica riporta risultati contrastanti: alcuni studi evidenziano che le concentrazioni di tali sostanze restano al di sotto dei limiti di sicurezza, altri, come il lavoro riportato di seguito, evidenziano come la conservazione prolungata delle bottiglie di PET ad alte TEMPERATURE aumenta la concentrazione di tali sostanze.

www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25431656

Ma quali sono queste sostanze?

Tre le più studiate ci sono:

FTALATI: come tutti gli elementi chimici sono nocivi in relazione alla quantità assordita dal corpo. Causano problemi endocrinologici (attenzione soprattutto alla tiroide).

ANTIMONIO: il più pericoloso, può causare cancro e problemi all’apparato respiratorio.

FORMALDEIDE ed ACETALDEIDE: dalla loro presenza dipenderebbe il “sapore di plastica” che ci capita di assaporare bevendo acqua in bottiglie di plastica. Sono classificate come carcinogeno per l’uomo.

Quindi, cari professori, nel dubbio della pericolosità, ma nella certezza che le bottiglie di plastica vengano lasciare al calore per non poco tempo, perché non vincere la pigrizia ed organizzarsi per bere solo bottiglie in vetro oppure filtrare l’acqua di rubinetto?

Del resto è anche la scelta più ecologica, un buono esempio da seguire per i vostri figli ed i vostri alunni.

 

Dott.ssa Olga Cerbone

Nutrizionista, Specialista in Scienza dell’alimentazione

Centro di Medicina Preventiva, Afragola (NA)

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