Il sistema RSU è da rifondare.

Il sistema delle RSU di scuola va radicalmente riformato. In primis, non c’è chi non veda ormai che i motivi che le fecero istituire due decenni orsono sono falliti. In questi anni, e vieppiù con la legge 107 del 2015 la RSU di scuola si è saldata con il DS e con quella che io chiamo la mappa di potere della dirigenza che è anche quella del consenso, che generatesi nella scuola dell’autonomia e del salario aggiuntivo, si è infine istituzionalizzata con la legge di riforma. Le stesse elezioni per le RSU, l’ultima ad aprile scorso, disseminate in tutte le scuole della Repubblica, sono poi governate dal climax della singola istituzione scolastica. Prevalgono insomma i particolarismi, i voti per amicizia, per clientela, per scambio, il do ut des. A volte il voto è altresì controllato dalla mappa di potete di cui sopra. Per non parlare delle ingerenze del DS nella formazione delle liste e nella dislocazione strategica di candidati graditi nelle liste dei sindacati. A volte le liste si fanno in presidenza tra il segretario provinciale o un suo delegato e il DS. Aggiungo poi il conflitto di interesse. I sindacati non l’hanno voluto mai risolverlo in questi anni in sede di regolamento elettorale e così nelle RSU ci sono eletti che accedono al FIS, ci sono i vicari, i collaboratori, le figure di staff, le funzioni strumentali, i fiduciari di plesso, di succursale di sezione staccata, i DSGA che nelle contrattazioni si siedono a fianco del DS e recitano il ruolo di parte e di controparte insieme. Che dire poi di sindacati che misurano la rappresentativita’ nazionale, andandosi a nascondere dietro le facce dei docenti e del personale ATA in una elezione che definire condominiale è quasi un complimento. Io non avevo dubbi sui risultati delle elezioni RSU di aprile scorso, vista la tipologia dell’ elezione. I firmatari ( Flc Cgil Cisl Uil) del contratto nazionale 2018 unitamente alla sigla firmataria last minute e post elezioni, la Figu, hanno consolidato le posizioni di tre anni fa con qualche piccolissima variazione, tuttavia un dato è certo.

a) Le elezioni come sono vanno ripensate.

b) Bisogna sganciare la misurazione della rappresentatività nazionale dalle elezioni delle RSU di scuola.

c) Le elezioni per la rappresentanza devono essere su scala nazionale con una lista dove ci siano i simboli dei sindacati che hanno raccolto preventivamente un congruo numero di firme tra i lavoratori della scuola.

d) Bisogna trasformare le RSU di scuola in RSU di ambito territoriale per tipologia di scuola (esternalizzazione della RSU) al fine di eliminare gli effetti del vincolo gerarchico.

e) Rendere possibile la presentazione di liste anche al di fuori del “cappello.sindacale”.

f) Prevedere incompatibilità e risolvere i conflitti di interesse.

g) Ripensare al rapporto tra voti e iscrizioni per la rappresentatività sindacale, misurandola ogni tre anni al 30% con il dato associativo e al 70% con il dato elettivo, considerando che i sindacati rappresentativi i contratti non li firmano solo per i loro iscritti ma per tutti.

Libero Tassella.

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