Carlo Cafiero – Sappiamo che lo straordinario contratto firmato da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Rua e in extremis anche dalla Fgu ex Gilda con il governo Gentiloni ha portato nelle nostre tasche aumenti mensili a partire dal primo gennaio di quest’anno che vanno dai 40 ai 50 euro. Sappiamo anche che chi é nei primi livelli retributivi perderà una parte di questo aumento se non verrà finanziata nel Def 2019 la quota perequativa. Ciò premesso sui nostri stipendi grava come un macigno l’aumento delle aliquote IVA che pur l’esecutivo si é impegnato a bloccare. Servono in pratica 12 miliardi e mezzo di maggiori entrate e minore spese (tagli) nel 2019 e di poco più di 19 miliardi nel 2020. Ora,dopo aver pagato la crisi del 2008 non vorremmo, da bancomat dello stato come siamo stati considerati prima dai governi di Berlusconi e poi da quelli del PD, pagare per l’IVA nel prossimo biennio. Se l’ IVA aumentasse sarebbe un grave colpo inferto al nostro già depresso potere d’acquisto, é stato calcolato che l’aumento del costo della vita già dal 2019 con un ‘aliquota che passa dal 22% al 24,2% sarebbe di circa 30 euro al mese. Tutte le tariffe aumenterebbero e i prezzi di vendita e i nostri lauti aumenti contrattuali si volatizzerebbero. Del favoloso aumento contrattuale che i sindacati confederali amici dei vecchi governi e la Fgu amica non so di chi ci hanno regalato,ci resterebbero dai 10 ai 20 euro.
Stipendio docenti: a rischio il potere d’acquisto.
Docente tutor Scarpellino