Il M5s si oppone e rinvia la regionalizzazione della scuola nella Lombardia, Veneto e Emilia Romagna

La regionalizzazione nella Lombardia, nel Veneto e poi in Emilia Romagna che prevede anche la regionalizzazione della scuola e del suo personale al momento è stata solo rinviata per l’opposizione dei ministri pentastellati.

Ma a mio avviso i leghisti torneranno alla carica, soprattutto dopo le europee se queste dovessero sancire il sorpasso di Salvini rispetto a Di Maio con il conseguente rimpasto di governo, con l’alternativa della crisi di governo, ipotesi da giocare come ultima carta di ricatto. Ora serve che i sindacati della scuola facciano finalmente la loro parte, non bastano più i comunicati stampa o i convegni che si susseguiranno nelle prossime settimane da parte dei sindacati della scuola con inviti a politici del PD o del M5s. Occorrono fatti concreti.

Per me i fatti sono questi e mi rivolgo ai sindacati rappresentativi, gli unici che hanno le risorse economiche per portare con i pullman gli insegnanti e gli ATA a Roma e cioè Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Rua, Snals Confsal, Fgu ex Gilda e Anief.

Si ritrovino Sinopoli, Gissi, Turi, Serafini, Di Meglio e Pacifico non al tavolo dall’Aran ma a quello di un noto ristorante romano e davanti a un piatto di matriciana o di carbonara a seconda dei gusti dei commensali decidano finalmente:

1) Uno sciopero unitario dei docenti e del personale Ata contro la regionaluzzazione delle scuole pubbliche nelle regioni Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, non lo fanno dal 2015.

2) Una grande manifestazione sponsorizzata dai loro sindacati per far sentire al Paese e ai politici tutti della maggioranza e dell’opposizione la contrarietà dei lavoratori della scuola alla regionalizzazione.

Ancora una volta ci vogliono fatti non chiacchiere. E soprattutto, signori segretari generali, non aspettate quando ormai è troppo tardi per scioperare o protestare cioè a babbo morto come generalmente accade.

Ve li ricordate gli scioperi dopo la firma dei contratti?

PS. Io al pranzo inviterei giusto per non far giocare la parte in commedia delle vittime anche i vecchi leader di Cobas e Unicobas, Bernocchi e D’Errico.

Libero Tassella

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