Permessi retribuiti art. 15, comma 2. Il DS non può entrare nel merito della motivazione!

E’ necessario che il dipendente che fruisce dei permessi per motivi personali o familiari specifichi nel dettaglio i motivi dell’assenza, esplicitando dove sia stato e cosa abbia fatto o è sufficiente una
generica dichiarazione di assenza per esigenze personali senza alcuna ulteriore indicazione?

L’art. 15, comma 2, stabilisce che il dipendente ha diritto, a domanda, nell’anno scolastico, a tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione.

Pertanto, il dipendente è tenuto a fornire una motivazione, personale o familiare, che deve rappresentare il presupposto giustificativo del permesso. La disposizione contrattuale stabilisce altresì che la stessa deve essere documentata, anche mediante autocertificazione del dipendente interessato.

In ogni caso i motivi addotti dal lavoratore non sono soggetti alla valutazione del dirigente scolastico. Infatti, la clausola prevede genericamente che tali permessi possono essere fruiti “per motivi personali e familiari” consentendo, quindi, a ciascun dipendente, di individuare le situazioni soggettive o le  esigenze di carattere personale o familiare ritenute più opportune ai fini del
ricorso a tale particolare tutela contrattuale.

(nota interpretativa dell’ ARAN Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni)

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