
Il “tecnico” della Lega per le questioni scolastiche ne sta facendo un cavallo di battaglia cogliendo l’occasione per
sparare a zero su tutti i problemi della scuola italiana.
Peccato che quando era al governo non è riuscito a portare avanti nessuna delle proposte che ora dice di voler
approvare per risolvere le annose e complicate problematiche scolastiche.
Probabilmente, nella spartizione delle poltrone non hanno saputo contrattare un vero progetto di rilancio della
scuola italiana, visto che hanno lasciato la scuola nelle mani dei 5 Stelle.
Ora dallo scranno dell’opposizione è facile criticare tutto e il contrario di tutto, ed è ancora più facile farlo se al MIUR
trovi una “banda” di improvvisati!
Lo stesso Pittoni, infatti, sta cavalcando l’onda elettorale pubblicizzando a destra e a manca un suo progetto di riforma (l’ennesimo!) che risolverebbe tutti i problemi della scuola.
Come può riuscirci se neanche quando era al governo con il suo partito riuscì a cavare un “ragno dal buco”?
La cosa che ci lascia molto, ma molto perplessi, è il suo tentativo di cavalcare la battaglia contro il blocco di 5 anni
per la mobilità dei docenti neoassunti.
Considerando che la politica, come le bugie, ha le “gambe” corte, riportiamo da Orizzonte Scuola il comunicato dello stesso Pittoni nel quale contestava il tentativo di ridurre gli anni di blocco della mobilità:
Orizzonte Scuola in data 8 gennaio 2014:
“E’ stato infatti ridotto da 5 a 3 anni – spiega Pittoni – il vincolo di permanenza nella provincia di prima nomina in
ruolo, da noi fortemente voluto dopo lo stop del Quirinale (nonostante il via libera del Senato) al congelamento delle
graduatorie provinciali dei docenti, in attesa della riforma del reclutamento.
Si stima che oltre 10mila insegnanti meridionali siano interessati a rientrare nelle terre d’origine (alla faccia della
continuità didattica, della quale pare non importi nulla a nessuno). Rimpiazzati da un numero ancora superiore di
docenti precari che, non trovando più lavoro al Sud, sarebbero pronti a emigrare al Nord sfruttando i loro
superpunteggi al momento della riapertura delle graduatorie a esaurimento provinciali prevista nel 2014.
C’è evidentemente una lobby – punta il dito Pittoni – in alcune forze sindacali, pronta ad approfittare dell’assenza
della Lega al Governo per imporre lo smantellamento del lavoro a salvaguardia delle peculiarità dei nostri territori.
Ma così ci si rende complici della morte culturale del Nord. Con il disegno di legge depositato nella scorsa legislatura
che regionalizza la gestione dei concorsi, indichiamo come uscire da questa spirale.
Il meccanismo che proponiamo può fungere da “calmiere” agli spostamenti dalle zone con meno opportunità di lavoro ma valutazioni “generose”, a quelle con più posti disponibili ma maggiore rigore nei voti, evitando che candidati valutati con manica larga in altre realtà possano scavalcare chi effettivamente merita. Toglie inoltre appetibilità ai corsi on line più o meno fasulli (spesso ridottisi a puro “mercato” dei punti) e allo scambio di favori tra strutture private e docenti (in particolare ore di insegnamento gratuite in cambio di punti). Mette infine in “competizione” gli aspiranti all’insegnamento iscritti ai vari albi regionali spingendoli a migliorarsi.
Un candidato bravo, ma iscritto in una regione dove i bravi sono tanti, sarà infatti spinto a iscriversi nella regione vicina che magari ha meno bravi e offre più opportunità di lavoro. A quel punto però – conclude Pittoni – gli iscritti in quella regione avranno tutto l’interesse a darsi da fare per crescere professionalmente e non farsi sfuggire l’opportunità di conquistare la cattedra(…)”.