Nessuna detrazione fiscale per il docente che usa l’auto per andare a lavorare

Avv. Francesco Carbone –  Sono vari i modi per andare a lavoro. I più fortunati ci vanno a piedi, gli sportivi in bicicletta, gli audaci in Metro, i pendolare in treno  e  gli illusi con l’autobus. E chi va in auto?

Beh, chi usa l’auto sostiene un considerevole numero di costi, tra fissi e variabili, ma se un lavoratore dipendente,  ad esempio, un docente o un ATA,  è costretto ad usare l’auto per recarsi al lavoro non potrà detrarre alcunchè. E questa è una enorme discriminazione rispetto al lavoratore autonomo che utilizza l’auto per lavoro, e che, proprio per questo motivo, può “scaricare” dal suo reddito parte della spesa.

Allora vediamo quali sono i costi che si sostengono per mantenere un auto, aiutati da una recente indagine di “Sos Tariffe”, che  ha analizzato le spese  fisse differenziandole per regione.

Gestire un’auto vuol dire spendere mediamente (e solo di costi fissi)  la somma di 1.515 euro annui, con punte massime di 2.156 euro in Campania e minime di 1.117 euro in Friuli.

E, diversamente da quello che si potrebbe pensare,  non è la spesa dell’assicurazione auto ad incidere di più sulla spesa fissa annua degli italiani per l’auto. Infatti il costo fisso più rilevante è il carburante con il 53%, mentre l’assicurazione incide solo (si fa per dire) per il 24,8%.

In Umbria ed in Veneto le spese di carburante superano i 1000 euri annui, mentre in Sicilia, Lazio, Marche, Liguria, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia per la stessa voce non si paga più di 700 euro annui.

Invece la Campania si conferma  – in negativo – come regione i cui residenti  pagano l’assicurazione più cara. Infatti se per assicurare una Fiat Panda la spese media, su base nazionale, è di 375 euro, i campani arrivano a pagare 940 euro a fronte dei 188 euro pagati dai friuliani, passando per Basilicata (244 euro), Emilia Romagna (279 euro), Abruzzo (290 euro) e Sardegna (293 euro).

Altra spese fissa è il bollo e la revisione che, non incidono particolarmente sul budget (11%), ma che regalano sempre la maglia nera alla Campania per i costi che superano quelli della media nazionale.

In verità questa ricerca è l’ennesima conferma di quanto la nostra  regione sia  fra le più tartassate d’Italia, senza ricevere altrettanti servizi adeguati, pero, almeno, quando si resterà bloccati in Metro, a causa dell’ennesimo  “guasto tecnico”, ci sarà la magra consolazione   che lassù, in superficie, qualcuno sta pagando di più, non  potrà detrarre nulla e magari – anzi certamente – è pure imbottigliato nel traffico.

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