Lettera dei docenti idonei al TFA Sostegno ma non in posizione utile per l’accesso al corso.

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

On. Marco Bussetti

Egregio Ministro,

Noi aspiranti insegnanti di sostegno, attendiamo da mesi – se non da anni – la possibilità di specializzarci per avere il privilegio di occuparci, in maniera più professionale possibile, dei bisogni speciali degli alunni della scuola italiana.

Per tale motivo, siamo disposti a mettere in “stand by” circa un anno della nostra vita, aspirando ad un corso estremamente intensivo che ci prepari al meglio, pur sottraendo tempo ed energie al lavoro ed agli impegni familiari.

Altresì, sostenendo un costo molto alto per le tasche di noi precari, dopo aver affrontato un programma vastissimo che abbraccia normativa, pedagogia, psicologia e quant’altro, per superare le estenuanti tre prove concorsuali per accedervi.

E, creda a quello che diciamo Ministro, se siamo disposti a cotanti sforzi nonostante tutte le sopra citate difficoltà, è perché abbiamo tanta motivazione e speranza che le cose possano migliorare.

La necessità di tale figura specializzata, a partire dalla lungimirante commissione dell’On. Falcucci degli anni ’70, è oggi più che mai evidente. Raggiunta finalmente la convinzione che i bisogni educativi speciali siano condizione ricorrente e naturale di ogni individuo durante il percorso di vita, noi speriamo che in un futuro molto prossimo tale figura specializzata dell’insegnante di sostegno, importante figura di mediazione culturale e sociale, possa essere un’istituzione stabile e assegnata d’ufficio’ ad ogni classe, al di là della presenza di un alunno con una certificazione.

Perché i bisogni educativi speciali fanno parte della vita di tutti e un buon contesto inclusivo si ottiene quando l’insegnante di sostegno esercita a pieno, in maniera autentica e non solo a rigor di legge, la contitolarità della classe, mediando tra gli alunni della classe, tra insegnante curricolare e alunni, tra alunni e famiglie e tra famiglie e territorio.

Abbiamo scelto questa strada per garantire maggiore equità sociale ai bambini, agli alunni, ai ragazzi e agli studenti che si dovessero trovare – momentaneamente o perennemente – in situazioni di difficoltà o in condizioni che si discostino dai modelli di tipicità socialmente accettati, valorizzando le loro potenzialità e aiutando loro a sviluppare la loro personalità a pieno, senza limiti imposti dall’impatto con l’ambiente sociale.

Desideriamo dare un umile contributo alla crescita della scuola, garantendo una maggiore qualità nell’inclusione, per le famiglie e per la comunità intera. Ma la vera Inclusione si realizzerà soltanto quando un alunno bisognoso di speciali attenzioni educative, potrà rivolgersi di fatto non al ‘suo’ insegnante di sostegno, o meglio, non a quello assegnato alla classe grazie alla sua presenza, bensì all’insegnante di sostegno realmente contitolare della classe.

Noi che abbiamo umilmente partecipato al concorso per l’accesso al corso di specializzazione, risultando idonei dopo aver superato tutte le prove ma non in posizione utile per gli attuali criteri del bando, consideriamo contraddizione a dir poco inaccettabile la condizione in cui di fatto vengano ancora convocati per le attività di sostegno docenti non specializzati, mentre noi restiamo in attesa per mesi e per anni.

Non ha infatti alcun senso consentire di specializzarsi ad appena 1/3 dei docenti necessari rispetto al fabbisogno attuale (12.000 su 40.000) per poi continuare a chiamare su sostegno docenti non specializzati dalle Graduatorie di Circolo e di Istituto.

Viste, dunque, le attuali e reali necessità, Egregio Ministro, viste altresì le esigenze di organico nel panorama italiano, chiediamo la pronta predisposizione delle condizioni utili a supportare al meglio la scelta che abbiamo operato riguardo al nostro percorso di vita.

Tali condizioni si realizzerebbero attraverso un semplice ampliamento dei posti nelle università già designate o in nuove università, preposte a tali percorsi di specializzazione, che possano rispondere con una offerta formativa adeguata.

Pertanto, Egregio Ministro, noi aspiranti specializzandi in attività di sostegno, risultati idonei alle prove concorsuali – quest’anno rese ancora più ardue dalla nuova modalità di sbarramento del punteggio – ma non classificati in posizione utile secondo i restrittivi criteri dell’attuale bando in merito ai posti disponibili,

CHIEDIAMO

La immediata possibilità di iscriverci ai suddetti percorsi di specializzazione di imminente partenza nel corrente mese, nelle rispettive università in cui ciascuno abbia concorso, attraverso un ampliamento dei posti disponibili, entro le rispettive date di inizio corsi, secondo le disponibilità degli atenei; oppure attraverso una tempestiva messa a bando di nuovi percorsi di specializzazione da attivare in nuove università, che assicuri un inizio dei corsi entro Settembre 2019 e la conseguente conclusione del percorso specializzante entro la fine dell’anno scolastico 2019/20. Il tutto, per la pronta immissione nelle attività scolastiche entro l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021.

Data la nostra forte ed autentica motivazione, Egregio Ministro, nel caso ci venisse negato quello che noi riteniamo tale legittimo diritto, ci appelleremo con tutte le nostre forze a tutti gli organi e a tutte le autorità competenti, con tenacia ed allo stesso tempo con la correttezza che contraddistingue noi aspiranti insegnanti di sostegno, affinché questa possibilità ci venga concessa e poter così finalmente cominciare tale percorso di vita.

Confidando nella Sua comprensione e collaborazione, restiamo in attesa dei sopra menzionati accorgimenti organizzativi entro i tempi sopra descritti, ringraziamo per l’attenzione e porgiamo.

Distinti Saluti.

Gli idonei TFA Sostegno

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