Crisi dei sindacati e passività dei docenti.

L’ inettitudine e la passività compiacente dei Sindacati della scuola, da anni espressione solo dei loro vertici e non

più della base, è pari solo alla passività dei docenti all’interno e all’esterno dei sindacati stessi e alla loro altrettanto

inesistente reattività nelle scuole, assuefatti ormai ad una mentalità servile, un servilismo elettivo, che isola i pochi

docenti reattivi e critici, che l’ANP tempo fa ha denominato con un termine ora molto usato, insegnanti contrastivi.

Sono quelli che propongono mozioni, fanno interventi contrari a quelli della dirigenza e del suo staff

precedentemente concordati.

Questi sono rappresentati dai DS come dei rompiscatole da isolare e da non seguire.

La stessa sorte tocca ai contrastivi nelle RSU, mentre nei sindacati sono emarginati in minoranze e messi in grado di

non nuocere alla maggioranza che detta la linea. Per avere nuovi sindacati e un nuovo associazionismo della docenza

come stiamo tentando di fare con Professione Insegnante, c’è bisogno di un rinnovato attivismo militante degli

insegnanti e non di una passiva attitudine alla delega, all’accondiscendenza, al lamento e all’inazione.

Sull’inazione prosperano i D.S. nelle scuole e le gerarchie nei sindacati che a volte sono delle gerontocrazie sindacali

che hanno in mano i sindacati da anni con artificiali maggioranze bulgare costruite a tavolino prima dei congressi

con i capobastoni di giolittiana memoria.

Libero Tassella

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