Basta con la moda della scuola esterofila, ci serve una scuola italiana!

I ministri pensano al modello della scuola finlandese, credo che dovrebbero invece pensare ad un

modello di una scuola italiana e liberarla da tutte quelle sovrastrutture volute da un riformismo

esterofilo che l’ha snaturata negli ultimi anni. Cito tra tutte la legge 107 del 2015 detta “Buona

Scuola” che tanto buona non è e che è ancora lì. La scuola italiana non ha bisogno di modelli di altri

Paesi, ha bisogno invece di investimenti negli organici, nelle strutture didattiche e nell’edilizia. Ha

bisogno di liberarsi dall’equivoco della scuola assimilata ad un’azienda, dall’invadenza del mercato,

da strutture come l’alternanza scuola- lavoro, dalle frenesie di valutare e misurare ogni

performance, e soprattutto dai pericoli di una didattica standardizzata basata sulle competenze che

sta generando un nuovo analfabetismo, quello di ritorno. Lasciamo alla Finlandia la sua scuola,

preoccupiamoci invece di avere una buona scuola italiana da Pantelleria alle Dolomiti. La Scuola

italiana è un bene comune, un bene di tutti che va preservata e valorizzata, salvaguardando la sua

tradizione e valorizzandola con investimenti e innovazioni. Se dobbiamo fare delle comparazioni,

allora vediamo le strutture di cui dispongono le scuole negli altri Stati europei, come sono

considerati e pagati gli insegnanti e la media della loro età, vediamo l’edilizia di cui dispongono

quelle scuole e che percentuale del PIL dedicano alla Scuola cioè al futuro del loro Paese.

Libero Tassella ( S.B.C.).

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