Natale 2017: consigli della nutrizionista Olga Cerbone

Cari professori,

uno degli aspetti più belli del Natale è che ci consente di rallentare i ritmi, trascorrere del tempo con le persone care e, perché no, mangiare del buon cibo…! ma come riuscire a non aumentare di peso durante le feste?

Regola fondamentale: non estendiamo i festeggiamenti a 15 giorni, limitiamoci ai solo giorni festivi, quindi niente avanzi, panettoni a colazione o spuntini di dolci vari! Cerchiamo di mangiare solo i cibi tipici e saporiti di questi giorni, limitando gli alimenti che siamo abituati a mangiare durante il resto dell’anno…. Per la serie, niente pane a tavola.

Ma quali sono alcuni cibi italiani tipici del Natale?

Una delle specialità natalizia valdostane è la carbonata, carne di manzo cotta nel vino rosso.

In Piemonte non è Natale senza gli agnolotti.

Spostandoci in Liguria troveremo ravioli, verdi o di carne, e cappon magro, piatto di verdure e pesce.

In Lombardia, inaspettatamente, uno dei piatti più tradizionali è l’anguilla cotta al cartoccio.

In Veneto si mangia la polenta con il baccalà e il lesso con le salse.

In Friuli si mangia musèt e brovade, una zuppa di rape e cotechino.

In Trentino-Alto Adige campeggiano piatti di canederli, capriolo o capretto al forno.

Tortellini di zucca e alle erbette, rigorosamente in brodo, ma anche prosciutto e culatello, è l’Emilia Romagna.

I toscani gustano i crostini di fegatini, ma anche l’arrosto di faraona o di anatra.

Nelle Marche sono tradizionali i maccheroncini di Campofilone ed i cappelletti in brodo, che in Umbria, talvolta, sono ripieni di cappone e piccione.

Agnello arrosto e bollito di manzo, ma anche le lasagne e le zuppe sono protagonisti in Abruzzo.

In Molise si mangia la zuppa di cardi, il brodetto alla termolese, a base di pesce.

A Roma, invece, si fa l’abbacchio al forno con le patate e i cappelletti in brodo.

Spaghetti alle vongole, insalata di rinforzo, baccalà e capitone fritti: è la Campania.

In Basilicata si mangia la minestra di scarole, verze e cardi in brodo di tacchino, e poi baccalà lesso e pane con le mandorle.

La Calabria sfoggia salumi, dalla pancetta al capicollo, dalla soppressata alla salsiccia, e poi spaghetti con mollica di pane e alici.

In Puglia, immancabili, le orecchiette alle cime di rapa e cavatelli ai frutti di mare.

In Sardegna si possono assaporare i culurgiones de casu, che sono ravioli ripieni con sugo di pomodoro, e poi gli immancabili malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia.

Insalata di arance, aringa e cipolla, cardi in pastella, gallina in brodo, pasta con le sarde e beccafico imperano invece in Sicilia.

La tradizione è quindi davvero molto ricca, perciò, potremo salvarci solo stando attenti alle porzioni e ricordate che … “L’Epifania tutte le feste porta via”… ma i chili restano… BUON NATALE

 

Dott.ssa Olga Cerbone

Biotecnologa, Biologa, Specialista in Scienze degli Alimenti

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