Preselettiva per concorso a dirigenti scolastici, un pessimo sistema che premia non la conoscenza ma l’addestramento.

Libero Tassella – In questi giorni di torrida estate, migliaia e miglia di docenti di ogni ordine e grado, circa 35.000, dopo un anno di lavoro e di stress, perché il nostro lavoro spesso ci fa scoppiare, sono ora alle prese con la preparazione alla prova preselettiva del concorso per dirigente scolastico. Infelice l’idea di fissare la procedura preliminare del concorso in piena estate, il 23 luglio, dopo lo stress di un intero anno scolastico e in situazioni logistiche a dir poco discutibili, i docenti in base ad un astratto ordine alfabetico sono stati inviati in lungo e in largo nella loro regione anche a diversi km di distanza per sostenere la prova, così ad esempio un’insegnante siciliana con il cognome in F è stata inviata da Ragusa a Messina e un’insegnante napoletana con il cognome in Z da Napoli a Salerno. Pessima altresì la modalità di selezione, quella di affidare alla sola memoria e non al ragionamento la preselezione. Diciamo che fa parte della medesima logica di sistema, per cui si preferiscono, anche al livello dirigenziale, sempre meno teste pensanti e sempre più passivi e ubbidienti esecutori materiali di atti di indirizzo e direttive. Il Dirigente in fin dei conti chi è nella nuova scuola dell’autonomia se non l’esecutore delle direttive del Ministro e della didattica di Stato, curvata alle esigenze del mercato. Per questi compiti servono esecutori passivi che abbiano poteri sui dipendenti che pensino poco ed eseguano e al limite ricordino.

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