L’aumento di 460 euro netti per i DS se ha suscitato apprezzamento nelle associazioni dei DS e nei sindacati firmatari dell’accordo, ha suscitato nel contempo molte critiche da parte dei docenti, è facile il confronto con il recente contratto di lavoro dei docenti, in pratica i DS hanno avuto un aumento di circa 10 volte superiore a quello dei docenti e la forbice retribuitiva tra le due professionalità tende e tenderà sempre più ad aumentare.
Io come ho detto altrove non mi meraviglio che i DS abbiano avuto un tale aumento con cifre stanziate dal governo precedente, mi meraviglio invece del contratto degli insegnanti e dei suoi miserrimi aumenti, siglato da tutti i sindacati rappresentativi.
É vero che i DS sono solo settemila, ma per gli insegnanti a ogni contratto non ci sono mai soldi e la coperta é sempre corta anzi sarà sempre più corta. Tra l’altro la cosa più inquietante è che ai miseri aumenti contrattuali corrisponde non un’invarianza o una diminuzione bensì un aumento di impegno lavorativo.
Insomma noi stiamo assistendo a un andamento retributivo che se riconosce e valuta il lavoro del DS nella scuola dell’autonomia svaluta nel contempo. contrattualmente il lavoro dell’insegnante, il confronto delle cifre e impietoso. Inoltre nel contratto degli insegnanti si tende a differenziare le retribuzioni tramite il fis e i bonus introdotti dalla 107 appannaggio quasi sempre delle figure di Staff.
Ora in molte scuole queste figure svolgono un lavoro funzionale alla dirigenza ovvero che dovrebbe svolgere lo stesso DS ma sono pagati con fondi tratti dal contratto degli insegnanti e non dei dirigenti. Io credo come ho detto altrove che ci sia bisogno, anche alla luce di questo nuovo schiaffo subito dai docenti, di un contratto di risarcimento che dia un segnale, prevedendo stanziamenti specifici nei Def per i contratti degli insegnanti rivendicandone la specificità nel calderone del pubblico impiego, come sostenne per primo alla fine degli anni Ottanta il compianto prof Sandro Gigliotti, fondatore della Gilda degli insegnanti.
Libero Tassella