A chi giova fare una concorrenza fra le scuole statali?

A chi serve mettere in competizione le scuole tra paesi, città e regioni? A cosa e a chi serve l’autonomia scolastica e il Dirigente manager? La regionalizzazione? Aumentare il divario dell’offerta formativa tra le scuole del Nord e quelle del Sud? Tra scuole del centro e della periferia degradata? A chi serve l’ideologia competitiva nelle scuole intese come aziende? La competizione nella scuola pubblica é inutile e anche dannosa.

Mettere classi in competizione? A chi serve creare una cultura della competizione nella scuola di tutti tra gli alunni e tra gli insegnanti? A che serve creare nel Paese scuole di serie A, B, C, D e di quarta serie? Questa perversa ideologia della competizione nelle scuole aziende, contraria alla Costituzione che mette in serio pericolo il diritto allo studio, all’inclusione, pur millantandola, é la causa principale del fallimento del sistema scolastico italiano e dei fenomeni di abbandono e di dispersione.

Un sistema scolastico già largamente sperequato nel corso della storia della scuola italiana dall’Unità in poi è stato del tutto balcanizzato ed oggi lo sfascio è ormai sotto gli occhi di tutti. Oggi questo progetto lo si vuole ulteriormente portare avanti con la regionalizzazione, creando sistemi scolastici a diverse velocità.

Un gran balzo indietro invece che in avanti. Bisogna impegnarsi nel successo non di una singola scuola ma di tutte le scuole della Repubblica nessuna esclusa.

Le scuole non vanno messe in vetrina per carriere politiche di DS ed insegnanti, ma rese egualmente funzionali sia al Nord sia al Centro sia al Sud sia nelle città che nei paesi sia nei centri urbani sia nelle periferie degradate delle grandi città.

Libero Tassella

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