Bocciamo la scuola dell’autonomia, quella che prese le mosse dall’art. 5 del DPR 275/1999 , la scuola dei progettifici, le scuole messe in concorrenza tra loro, la scuola dell’apparenza, la scuola del dirigente scolastico, il nuovo dominus nella gestione dell’offerta formativa e delle valutazioni nei confronti di genitori e degli alunni clienti a cui è garantito in premessa il successo formativo.
Bocciamo la scuola in cui gli insegnanti sono ridotti a un ruolo passivo e acritico di trasmettitori di competenze e di verificatori con batterie di test in classi pollaio, non più suscitatori di virtù e conoscenza ma di conformismo e di pasoliniana omologazione culturale , trasmettitori di un pensiero debolissimo che non è più in grado di leggere la realtà ma di subirla, mentre la coscienza è cullata e addomesticata nella virtualità dei nuovi media.
Il fallimento della scuola italiana che conferma tutte le disuguaglianze socioambientali è lo specchio di una società italiana immobile dove i ricchi sono sempre più ricchi i poveri sempre più poveri, dove il talento fa fatica ad emergere e la scuola ha smarrito il suo compito che le ha assegnato la Costituzione.
Libero Tassella.