
L’abolizione delle prove Invalsi era un impegno che non doveva essere affatto eluso, per iniziare a
modificare quella scuola che il 4 marzo 2018 gli insegnanti italiani avevano sonoramente bocciato
con il loro voto e ancor prima lo avevano fatto il 5 maggio 2015 con uno sciopero che non si era mai
visto fino ad allora in Italia. Gli insegnanti abbandonavano per la prima volta un partito di
riferimento che avevano quasi sempre votato e circa tre anni prima avevano partecipato in massa
ad uno sciopero di massa, loro sempre restii a scioperare. Peccato che questo segnale non sia stato
colto da nessuno. La Diciottesima Legislatura avrebbe dovuto eliminare la 107 ma non lo ha affatto,
la legge voluta dal governo di Renzi nel 2015, la legge che i docenti avevano tanto contestato per
un anno e più e avrebbe dovuto cancellare l’Invalsi e l’ Alternanza scuola lavoro, contestatissimi
istituti da docenti e studenti. Per non parlare del grande potere che quella legge ha voluto conferire
ai D.S., non a caso essi sono stati compensati quest’anno dal governo gialloverde con un buon
aumento contrattuale. Anche la legge di bilancio 2020 del governo giallorosso ha trovato 30 milioni
per il loro salario accessorio. Giustamente è stato osservato che un tempo i lavoratori
conquistarono dopo lotte il diritto allo studio, cioè a ritornare nelle aule scolastiche per 150 ore,
venne creata la figura dello studente lavoratore , questa scuola al servizio del mercato e delle sue
logiche invece sottrae ore di lezione per imporre un’alternanza che è una sottrazione di ore di studio
e ha creato la figura farlocca del lavoratore studente. Per non parlare di un contratto degli
insegnanti che sarebbe dovuto essere di risarcimento ma che ora sembra svanire perché in Italia
per gli insegnanti non ci sono mai state risorse per i contratti, mentre ci sono sempre state le
dichiarazioni di Ministri che hanno solo parlato di aumenti a tre cifre. La verità da denunciare è che
manca la volontà politica per cambiare questa scuola nonostante il suo fallimento che nessuno vuol
vedere.
Libero Tassella