Piani Educativi Individualizzati e inclusione, nota MIUR a firma di BRUSCHI.

Carissimi,

la conclusione di quest’anno scolastico, così peculiare nell’emergenza che lo ha caratterizzato, mi porta a condividere alcune

considerazioni e fare il punto sull’ordinata chiusura delle operazioni di fine anno rispetto ai temi dell’inclusione scolastica.

Ogni strumento progettuale, concernente o meno lo specifico dell’inclusione degli alunni con disabilità, sarà da adattare

rispetto alla situazione specifica di settembre e alle Linee guida per la riapertura dell’a.s 2020/21, che aiuteranno le istituzioni

scolastiche ad affrontare i diversi scenari possibili a seconda dell’andamento della situazione epidemiologica. Cio non dimeno,

in questa settimana si sono tenute le riunioni con i componenti dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, che

hanno segnalato come in molti casi –circostanza confermata da numerosissime mail pervenute dalle famiglie, da ogni parte

d’Italia –non siano stati ancora completati i Piani Educativi Individualizzati.

L’esigenza di “riaprire i PEI”, ossia di riunire i Gruppi di Lavoro Operativo per l’inclusione scolastica (GLO), al fine di

completare il percorso di progettazione e verifica necessario a poter programmare –per tempo –gli interventi a partire

dall’inizio del prossimo anno scolastico, è assolutamente da condividere.

L’emergenza Covid-19 ha evidentemente reso difficile riunire, nel secondo quadrimestre, i GLO per l’aggiornamento e la

verifica dei PEI, e in tanti casi, pur essendosi sviluppata nelle scuole la modalità di collegamento a distanza anche per le riunioni collegiali, le difficoltà oggettive, dal punto di vista organizzativo, possono averne ostacolato lo svolgimento.

Resta che la revisione dei PEI non è un adempimento amministrativo meramente formale. Se il PEI rappresenta lo strumento principe per l’attuazione dell’inclusione, la sua revisione periodica è essenziale per la verifica del percorso svolto e per fornire all’Amministrazione la necessaria contezza del fabbisogno di risorse professionali tese ad assicurare, per il prossimo anno, gli interventi di sostegno didattico. Ma non solo. Perché non va trascurata, ma anzi tematizzata, la questione della “risocializzazione” scolastica, perché questi mesi hanno avuto, inevitabilmente, un impatto sulle relazioni dei gruppi classe, tanto più delicato quanto più coinvolge un ambiente di apprendimento ove sono presenti effettive fragilità.

Ed è anche questaconsiderazioneche mi porta a sottolineare l’esigenza del migliore coinvolgimento delle famiglie. Prima ancora dell’obbligo normativo, che non può essere disatteso, sussiste un obbligo professionale e didattico su tale aspetto[…]

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