Indicazioni operative per la gestione dei casi e focolai di SARS-CoV-2
Peculiarità dei servizi educativi dell’infanzia (bambini 0-6 anni)
I servizi educativi dell’infanzia presentano delle peculiarità didattiche/educative che non rendono possibile
l’applicazione di alcune misure di prevenzione invece possibili per studenti di età maggiore, in particolare il
mantenimento della distanza fisica di almeno un metro e l’uso di mascherine.
Questo è un aspetto che deve essere tenuto in debita considerazione specialmente nella identificazione dei soggetti
che ricadono nella definizione di contatto stretto.
Per tale motivo è raccomandata una didattica a piccoli gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori).
Il rispetto delle norme di distanziamento fisico è un obiettivo che può essere raggiunto solo compatibilmente con il
grado di autonomia e di consapevolezza dei minori anche in considerazione dell’età degli stessi.
Pertanto, le attività e le strategie dovranno essere modulate in ogni contesto specifico.
Questa parte verrà sviluppata successivamente in seguito alle indicazioni contenute nel documento di indirizzo e
orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia (Ministero
dell’Istruzione, 2020).
Bambini e studenti con fragilità
In questo contesto si rende necessario garantire la tutela degli alunni con fragilità, in collaborazione con le strutture
socio-sanitarie, la medicina di famiglia (es. PLS, MMG etc.), le famiglie e le associazioni che li rappresentano.
La possibilità di una sorveglianza attiva di questi alunni dovrebbe essere concertata tra il referente scolastico per
COVID-19 e DdP, in accordo/con i PLS e MMG, (si ricorda che i pazienti con patologie croniche in età adolescenziale
possono rimanere a carico del PLS fino a 18 anni.
Da ciò si evince la necessità di un accordo primario con i PLS che hanno in carico la maggior parte dei pazienti fragili
fino a questa età) nel rispetto della privacy ma con lo scopo di garantire una maggiore prevenzione attraverso la
precoce identificazione dei casi di COVID-19.
Particolare attenzione, quindi, andrebbe posta per evidenziare la necessità di priorità di screening in caso di
segnalazione di casi nella stessa scuola frequentata. Particolare attenzione va posta agli studenti che non possono
indossare la mascherina o che hanno una fragilità che li pone a maggior rischio, adottando misure idonee a garantire
la prevenzione della possibile diffusione del virus SARS-CoV-2 e garantendo un accesso prioritario a eventuali
screening/test diagnostici.
In ogni scuola deve essere identificato un referente (Referente scolastico per COVID-19), ove non si tratti dello stesso
dirigente scolastico, che svolga un ruolo di interfaccia con il dipartimento di prevenzione e possa creare una rete con
le altre figure analoghe nelle scuole del territorio. Deve essere identificato un sostituto per evitare interruzioni delle
procedure in caso di assenza del referente.
Il referente scolastico per COVID-19 dovrebbe essere possibilmente identificato a livello di singola sede di struttura
piuttosto che di istituti comprensivi e i circoli didattici, per una migliore interazione con la struttura stessa.
Il referentedel DdP e il suo sostituto devono essere in grado di interfacciarsi con tutti i referenti scolastici identificati,
i quali devono ricevere adeguata formazione sugli aspetti principali di trasmissione del nuovo coronavirus, sui
protocolli di prevenzione e controllo in ambito scolastico e sulle procedure di gestione dei casi COVID-19 sospetti/ o
confermati.
È necessaria una chiara identificazione, messa a punto e test di funzionamento anche del canale di comunicazione reciproca tra “scuola”, medici curanti (PLS e MMG)e DdP (attraverso i rispettivi referenti) che andrà adattato in base alla tecnologia utilizzata (es. messaggistica breve, e-mail, telefono etc.).