Mobilità. Il vincolo della discordia.

Il “vincolo quinquennale” imposto con la Legge 159 del 2019 per tutti gli immessi in ruolo a partire da settembre del
2020 continua a restare un argomento caldo nel mondo della scuola.
I docenti neoassunti continuano incessantemente a contestarlo nonostante l’attuale chiusura della Ministra Lucia
Azzolina che si oppone a qualsiasi ipotesi di modifica attraverso emendamenti pur presentati al riguardo durante
l’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2021.
Questi docenti chiedono inoltre spiegazioni ai sindacati confederali e rappresentativi e si domandano altresì come
mai non si siano opposti contro questo ingiusto vincolo prima della sua istituzione attraverso la conversione in legge
del DL 126/09.
Sappiamo di sicuro che, forse per qualche senso di colpa, così come per l’ex Ministro On Lorenzo Fioramonti, sono
stati presentati degli emendamenti anche dai sindacati che però non stanno portando a nessun risultato, visto che
vengono regolarmente respinti.
Ci domandiamo, ma veramente i sindacati non hanno nessuna responsabilità nell’istituzione del vincolo
quinquennale per i neoimmessi in ruolo dal 2020 come loro stessi da mesi affermano in assemblee, sui social e in
vari documenti?
Analizziamo attentamente l’iter legislativo e le tempistiche precedenti l’approvazione della Legge 159/19 del 20
dicembre 2019, perché i conti non tornano.
Prima di essere convertito in legge il DL 126/19, i sindacati sono stati più volte convocati per discutere proprio degli
istituti del Decreto legge 126/19 e sappiamo che il 24 aprile 2019 c’è stato un primo accordo tra Governo e Sindacati
e il 1°ottobre 2019 c’è stato il primo incontro MIUR-sindacati.
I sindacati però non sono stati completamente soddisfatti sulla prima stesura del Decreto legge n. 126/19, perché
non “erano stati recepiti tutti i punti concordati nelle intese” e anche perché “si riscontrano disposizioni in materia
che invadono il campo delle prerogative contrattuali inerenti la mobilità”.
Per questi motivi, che nulla hanno a che vedere con una possibile contestazione al “vincolo quinquennale”, i
sindacati giungono addirittura a proclamare unitariamente lo stato d’agitazione.
Si avrà una “conciliazione” tra sindacati e MIUR, guidato ancora da Fioramonti, in data 19 dicembre 2019, cioè il
giorno prima dell’approvazione della Legge 159/19.
Durante questa conciliazione però nulla fu chiesto per contrastare e far abolire, dalla conversione in legge del 126/19,
il vincolo quinquennale e neanche sulla perdita dei diritti della contrattazione sindacale sulla mobilità per i futuri
insegnanti dal 2020 in poi.
In pratica per questi insegnanti in poi, il vincolo quinquennale non è più derogabile con un CCNI. Non è stata infatti
richiesta dai sindacati nessuna modifica dell’art.1, co.17-octies e 17- novies della Legge 159/19 che a breve sarebbe
stata approvata, che vincolava per ben 5 anni i docenti neoassunti nella sede, senza avere nessuna possibilità di
chiedere né il trasferimento né l’assegnazione provvisoria, né l’utilizzazione o l’utilizzazione su sostegno per gli
specializzati.
Con l’approvazione della legge 159/19 ormai il danno era fatto. Si ricorda che per colpa di questo vincolo, migliaia di
docenti che ne avevano diritto, hanno rifiutato l’assunzione in ruolo ordinaria in altra regione o l’assunzione in ruolo
straordinaria attraverso il meccanismo della “call veloce” perché in sedi che erano eccessivamente lontane, in alcuni
casi centinaia e centinaia di km e fuori provincia, lasciando di fatto migliaia di cattedre scoperte ancor oggi che siamo
a pochi giorni dal Natale in alcune aree del Paese, dove sono ancora da coprire in alcune scuole il 30% dei posti..
Elenchiamo brevemente i danni che l’art. 1 della Legge 159/19 ha portato ai docenti neoassunti da quest’anno e per
gli anni a venire:
1. Sono stati stracciati i bandi di concorso e le disposizioni istitutive delle GAE che non prevedevano alcun vincolo quinquennale, apportando quindi una modifica retroattiva e peggiorativa a quanto previsto nei bandi bandi dei concorsi ordinari e per titoli e accettati dai docenti all’atto della domanda;
2. Non si prevede nessuna norma che tuteli il ricongiungimento familiare come l’istituto dell’assegnazione provvisoria interprovinciale, mentre in tutto pubblico impiego è comunque previsto l’istituto del comando.
3. Nessuna tutela per i docenti genitori di figli minori.
4. Nessuna tutela addirittura anche per chi possiede una L.104/92 personale o di un parente, se avvenuta precedentemente all’iscrizione del concorso, in contrasto con la legge 104/92.
5. Superamento del CCNI sulla mobilità ancora in corso di validità fino al 2022 e che non prevede vincoli per i neo immessi in ruolo da GM e da GAE, creando così una disparità di trattamento tra gli assunti fino all’a.s. 19/20 e quelli assunti dall’a.s.20/21 con le medesime procedure concorsuali per esami e titoli e per titoli, indetti prima dell’entrata in vigore della 159.
A conclusione possiamo affermare che i docenti neoassunti sono molto provati da quest’anno scolastico, assai
complesso a causa della situazione pandemica da Covid 19 che certo non aiuta ad affrontare quotidianamente
spostamenti e trasferte che richiedono un eccessivo dispendio di energie fisiche, psichiche, di tempo ed economiche.
I docenti però non demordono e ancora una volta si rivolgono al Governo, al Ministro dell’istruzione Azzolina, a tutte
le forze politiche di maggioranza e di opposizione e a tutte le sigle sindacali per attivarsi e a trovare soluzioni per
abolire l’assurdo , ingiusto “vincolo quinquennale”.
Molti docenti chiedono che con un provvedimento legislativo almeno sia ripristinata per i docenti immessi in ruolo
dal 2020 con procedure concorsuali indette prima dell’entrata in vigore della legge 159 la mobilità provinciale e
interprovinciale : nella provincia (immessi in ruolo da GaE) e tra province nella stessa regione (immessi in ruolo da
GM) che non comporterebbe nessun onere per lo Stato e non determinerebbe alcuna migrazione di insegnanti da
Nord a Sud..
Inoltre il ripristino dell’assegnazione provvisoria interprovinciale anche tra regioni diverse per tutti gli insegnanti
per ricongiungimento o per motivi di salute. Inoltre si ribadisce l’applicazione integrale nella mobilità di questi
docenti.
Stefania Cuccu
gruppo Facebook “No vincolo 5 anni insegnanti”
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