Ho sempre sostenuto che il problema della stabilizzazione dei precari è connesso non alle graduatorie ad esaurimento, a quarte fasce o a graduatorie regionali né alla quota parte funzionale dell’organico dell’autonomia istituito dalla 107, un examotage di supporto solo al piano nazionale delle immissioni in ruolo del 2015.
Non è chi non veda il carattere contraddittorio nella determinazione, nell’uso che se ne fa e nel prosciugamento di tali posti a seguito dei pensionamenti a tre anni dalla riforma. Io sostengo che si possono fare nuove politiche sugli organici, solo investendo, e solo investendo sugli organici che si possono poi fare le immissioni in ruolo.
Innanzi tutto riducendo a un solo organico, gli attuali organici di diritto e di fatto, e costituendo il cosiddetto organico annuale, questo tanto per i posti curriculari quanto per il sostegno. Ma occorre altresì incrementare gli organici su scala provinciale, in pratica ritornando agli organici aggiuntivi provinciali al posto del farlocco e striminzito organico di potenziamento.
In pratica ogni provincia incrementa dal 15% al 20% i posti in organico su cui fare tutte le operazioni sia di mobilità che di immissioni in ruolo secondo le aliquote previste.
Libero Tassella