Avv. Francesco Carbone – Si può essere licenziato con un messaggio WhatsApp ? La risposta è SI.
Già nel 2016 la Corte di Appello di Firenze aveva ammesso il licenziamento comunicato via SMS, qualora non sia contestata la provenienza dal mittente.
Ma la tecnologia si evolve e la Giurisprudenza si adegua.
Ecco che per il Tribunale di Catania (sentenza del 27/06/17) e per la Corte di Appello di Roma, (sentenza del 23/04/18) è valido il licenziamento via WhatsApp perché, comunque, si tratta di una forma scritta che consente la conoscibilità della comunicazione da parte del destinatario
La Legge, infatti, in tema di comunicazione del licenziamento è piuttosto generica e sebbene dica che il licenziamento deve avvenire per forza in forma scritta, non spiega quale deve essere la modalità di comunicazione. L’importante è che il provvedimento preso dall’azienda sia ricevuto e quindi conosciuto dal diretto interessato.
Come chiarito dalla Cassazione, in tema di forma scritta del licenziamento, il datore di lavoro non ha l’obbligo di utilizzare forme sacramentali per la validità dell’atto, ma è sufficiente che la volontà venga comunicata al lavoratore in una forma chiara.
Ed ecco che alcuni giudici hanno ritenuto invalido il licenziamento con email ordinaria (e quindi non certificata) perché non vi era la prova del ricevimento, mentre altri lo hanno ritenuto legittimo avendo il dipendente contestato il provvedimento, con ciò dimostrando di esserne venuto a conoscenza.
Secondo questa ratio, quindi, il licenziamento via WhatsApp è legittimo se esistono valide e ragionevoli prove del ricevimento del messaggio. E cosa può fornire questa prova ? Semplice: la fatidica doppia spunta blu. E se il dipendente impugna il licenziamento affermando che la notifica a mezzo WhatsApp non è valida, non fa altro che confermare di aver ricevuto il messaggio … e si condanna da solo.