Libero Tassella – Voglio precisare quanto segue:
Non si può imporre dall’alto ai docenti da parte del DS insieme al suo staff e funzioni strumentali per la formazione un aggiornamento obbligatorio che non sia quello previsto nel piano di formazione della singola scuola coerente al ptof triennale non c’è un tetto di ore, come ha precisato tempo fa il Miur, tipo 25 ore in un anno, oppure 100 ore nel triennio, ma solo per il numero di ore deliberato dal collegio dei docenti.
Quindi attenti a ciò che deliberate e che viene verbalizzato. Se si delibera l’aggiornamento e esso diventa quindi obbligatorio per il numero di ore stabilito non dal DS o dal suo staff, bensì dal collegio dei docenti, non può non rientrare nelle attività funzionali all’insegnamento previste dal Contratto 2021, 40 ore per collegio, essendo le altre 40 dedicate ai consigli di classe e/o di interclasse, proprio come la formazione obbligatoria per la sicurezza. Se si sforano le 40 ore, dovete pretendere il pagamento delle ore eccedenti nella misura prevista dal contratto.
Ad esempio gli aggiornamenti di cui all’ambito 12 nella città di Napoli e che tra poco partiranno, a mio avviso non sono obbligatori se le tematiche dei corsi non rientrano nel piano di formazione delle singole scuole dell’ambito.
Permettetemi una considerazione del tutto personale, io non credo in questo aggiornamento e si potrebbe sempre optate per l’autoaggiornamento sulle tematiche inerenti il piano, relazionando al Collegio dei docenti.
Questo obbligo/indottrinamento introdotto funzionalmente dalla legge 107 per gli insegnanti va sicuramente abolito, ripristinato il diritto/dovere della formazione mai cancellato dal contratto di lavoro, neppure dall’ultimo contratto del 2018 e stabilite a livello nazionale e regionale varie opzioni di aggiornamento ed autoaggiornamento.
L’aggiornamento per gruppo classe , ad esempio, è preferibile, rispetto a quello per scuola o peggio per reti di scuole e bisognerebbe, a mio avviso, recuperare l’aggiornamento metodologico disciplinare, fatto a livello universitario a fronte di quello, per me deleterio su competenze e progettazione per unità didattiche (UDA). Ricordiamo che siamo professionisti dell’ istruzione non psicologi, pedagogisti, animatori e badanti.