LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA VALE ANCHE PER I PROF.

Questi i fatti certi: professore di matematica di un Liceo napoletano si suicida a casa con un colpo di pistola al petto. Lascia moglie e un figlio piccolo

Queste le accuse: atti sessuali su una studentessa minorenne

Ma andiamo con ordine.

Sabato mattina nella pagina cittadina de Il Mattino veniva pubblicato un articolo  dal titolo inequivocabile “Gli abusi al liceo Vico” dove si parlava di “scenata di gelosia” di una ragazzina non ancora sedicenne, che aveva vissuto un rapporto di complicità con il suo professore” e che, dopo aver scoperto che lo stesso” prof aveva messo in campo lo stesso approccio intimo con un’altra studentessa, per altro amica del cuore della prima ragazzina” , scatenava “lo scandalo hot al Vico”

La notizia era nota nell’ambiente scolastico dal Liceo napoletano già dal mese di aprile, ma sono bastate solo poche ore dalla pubblicazione sulla stampa, per dare via al tam tam sui social e l’ effetto gogna è stato fulimineo fino a portare al tragico epilogo. In pratica una sentenza di condanna esecutiva ed immediatamente eseguita. E poi dicono che la giustizia in Italia è lenta.

Ora si sprecano le lettere, gli appelli, i panegirici, i ricordi del professore, e  le odi pubbliche, fatto sta che era da aprile scorso che lo stimato docente non metteva piede a scuola, e da pochi giorni non poteva mettere neanche il naso fuori casa, in quanto agli arresti domiciliari.

Ma lui teneva duro, probabilmente aspettava solo il momento giusto per poter dare la sua versione dei fatti, per spiegare una volta ancora ai suoi ragazzi, come erano andate le cose.

Invece appena la notizia degli “abusi” è diventata  di dominio pubblico, l’accusa infamante ha preso immediatamente il sopravvento sulla dignità che deve contraddistinguere ogni persona, soprattutto se di professione fai il docente e hai la responsabilità  morale e giuridica degli allievi che ti sono affidati. La disperazione evidentemente ha avuto la meglio sulla razionalità, facendogli dimenticare di essere marito e soprattutto padre di un bimbo, che ora dovranno vivere senza di lui.

Fatto sta che il primo articolo de Il Mattino in cui si parlava di abusi, non si trova più on line e nei successivi la parola “abusi” è stata sostituita da “molestie” e, ancor  più tecnicamente,  da “atti sessuali con minorenne”, fattispecie di reato che il codice penale riserva a quelle condotte in cui, pur non essendoci una costrizione materiale, si ritiene nullo – per via dell’età e del ruolo esercitato dal maggiorenne – l’eventuale consenso prestato dalla vittima.

La prima denuncia da parte delle due studentesse viene ritirata, ma per il giornalista  de Il Mattino, la smentita  è “probabilmente indotta dallo stesso prof. indagato, che avrebbe chiesto loro di ritrattare tutto”. In Italia, infatti, basta mettere un “probabilmente” al posto giusto, un bel verbo al  condizionale e non c’è pericolo di querela.

Ieri il professore di matematica ha scelto di essere giudicato da un altro Giudice però mi permetto di ricordare ai giudici di quaggiù e soprattutto alla stampa in cerca di sensazionalismo che la presunzione di innocenza vale per tutti, perfino per i prof.

 

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Avv. Francesco Carbone

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