
1) Uniformare progressivamente l’organico di diritto con l’organico di fatto, perché il precariato si risolve con le
immissioni in ruolo e non creando nuove graduatorie. Per il sostegno già per il prossimo anno ( 2020/21) prevedere
la trasformazione dell’80% dell’organico di fatto in organico di diritto. Prevedere per la scuola dell’infanzia dall’a.s.
2020/21 l’organico con posti di potenziamento.
2) Autorizzare ogni anno immissioni in ruolo su tutti i posti disponibili e vacanti, quest’anno per il 2019/20 si
sarebbero potute fare 15.000 immissioni in ruolo in più, tali posti andranno a supplenze, alimentando la supplentite
e giustificando così l’urgenza che non c’è su un DL che propone procedure di reclutamento ispirate ancora alle
vecchie logiche delle sanatorie, care ai sindacati della scuola e ad alcune forze politiche.
3) Con i provvedimenti di cui ai punti 1 e 2, da inserire nella prossima legge di bilancio, prevedere l’esaurimento delle
graduatorie finalizzate alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro oggi già esistenti: GM 2016, GAE 2019, GRM 2018 e
GRM 2019. Ognuno si chiede perché nuove graduatorie e non esaurire le esistenti?
4) Per ottimizzare le immissioni in ruolo e svuotare le graduatorie di cui al punto 3 prevedere il trasferimento di
Provincia e Regione laddove le suddette graduatorie siano esaurite con l’obbligo di permanenza nella provincia di
titolarità una volta assunti, per 5 anni senza poter fare domanda né di trasferimento né di assegnazione provvisoria
interprovinciale.
5) Sospendere l’indizione di concorsi ordinari per la scuola dell’infanzia e primaria e per la scuola secondaria di
primo e secondo grado , fino all’esaurimento delle graduatorie di cui alpunto 3) e in seguito programmare ogni tre
anni concorsi ordinari per titoli ed esami con fine anche abilitante, con numero programmato e di carattere
nazionale. Le abilitazioni tramite i PAS vanno tolte alle Università.
Oggi si va dove il lavoro c’è e vista l’emigrazione interna, in pochi anni 2 milioni di italiani si sono trasferiti dal Sud al
Nord si va dove c’è richiesta di insegnanti, non si può non pensare a concorsi a cattedre con una doppia graduatoria,
regionale e nazionale.
Libero Tassella