COVID-19, decisione dell’unità di crisi su scuole. Il comunicato della Regione Campania tra luci e ombre.

La Regione Campania in data 14 novembre ha pubblicato un comunicato nel quale annuncia la riapertura delle scuole da Martedì 24

novembre 2020.

Il comunicato ha generato non poche polemiche e soprattutto confusione nell’interpretazione:

“Le attività in presenza dei servizi dell’infanzia e delle prime classi della scuola primaria riprenderanno dal 24 novembre, previa

effettuazione di screening su base volontaria sul personale docente e non docente e sugli alunni. Per gli ordini e gradi scolastici diversi,

l’Unità di crisi regionale all’unanimità ha ritenuto di dover confermare la didattica a distanza.”

La prima affermazione che ha generato confusione tra i docenti è l’interpretazione della riapertura delle “prime classi della scuola

primaria”: che cosa s’intende per prime classi della scuola primaria?

In soccorso di De Luca è intervenuto l’Assessore Lucia Fortini che su Facebook, rispondendo alla richiesta di chiarimenti, ha scritto: “la

prima elementare, per intenderci”.

Questa risposta non chiarisce nulla, perché si evince che alla riapertura dovrebbero essere interessati solo gli alunni della prima

classe della scuola primaria.

Altro sconcerto ha creato l’affermazione che le scuole riprenderanno l’attività in presenza “previa effettuazione di screening su base

volontaria sul personale docente e non docente e sugli alunni”.

Scusate, ma che cosa significa?  Che se i docenti o il personale ATA o gli alunni non fanno lo screening volontario, la scuola non riapre? Mah!

Inoltre, dove si farà lo screening? De Luca ha dimenticato che, a settembre, per fare un tampone i docenti hanno aspettato anche 36 ore in coda fuori al Frullone?

Ha dimenticato, ancora, che molti di essi non hanno ricevuto neanche la risposta?

Perché non iniziamo, invece, a fare qualcosa di serio assumendo infermieri specializzati da inviare nelle scuole ad effettuare il famoso “screening”?

Sembra che ci sia una politica comune a tutti i partiti.

Per eliminare le classi “pollaio”, tanto care alla Azzolina, non si assume personale e lo stesso vale anche per la Sanità.

Pretendono ancora dai medici in pensione di rimediare ai tagli della sanità pubblica, allo stesso modo di come pretendono dai precari della scuola di mantenere le scuole aperte!

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