Ecco perché le scuole in DDI non si possono aprire con didattica in presenza (DIP).

Ecco perché le scuole in DDI non si possono aprire con didattica in presenza (DIP)

1) La situazione dei trasporti è purtroppo e resta invariata. Non si è dato corso ad un piano trasporti

pubblico/privato e in un primo tempo, in estate, la Ministra ha sottovalutò il problema, lasciandolo all’autonomia

delle singole scuole (Sic!).

2) La situazione del rapporto tra sanità e scuola, anche a livello di semplice comunicazione, non è stato affatto

risolto, anzi è caotico, come sta accadendo nelle scuole la cui maggioranza è aperta con didattica in presenza e dove si

sta diffondendo il virus.

3) Nelle scuole ancora ci sono cattedre da coprire, per il caos supplenze che è stato creato con il rinnovo delle graduatorie e la costituzione delle GPS, la qual cosa andava rinviata di un anno.

Questa triade non viene indicata da Libero Tassella ma da Antonello Giannelli, il presidente dell’ANP in un’intervista a la Repubblica di ieri.

Per non parlare della scuola come fonte di contagio, la scuola millantata come luogo sicuro “all’apparir del vero” si appalesa ora solo come uno slogan.

Ci chiediamo, perché invece dei banchi a rotelle la Ministra non ha pensato ad un sistema di areazione per il ricambio d’aria nelle classi come hanno fatto in Germania a un costo anche contenuto? Non si possono aprire le finestre altrimenti invece che del Covid 19 i docenti e gli alunni si ammalano di bronchite.

Del resto si sa che il freddo abbassa le difese immunitarie per quanto riguarda le affezioni alle vie respiratorie.

Vogliamo poi parlare delle classi cosiddette pollaio e che la distanza tra le rime buccali è solo un’astrazione? Io mi potrei una domanda, perché nelle altre Nazioni ad esempio la citata Germania o la Francia le scuole aperte con didattica in presenza e in Italia non tutte le scuole sono aperte con didattica in presenza? Anche se lo dovrebbero essere tutte? Non dobbiamo essere ipocriti.

Lo diciamo a Conte, a Azzolina, a Di Maio, a Zingaretti, a Renzi, alla Boschi, a psicologi e pedagogisti.

Perché in Italia non è possibile per problemi strutturali e infrastrutturali, che coinvolgono la scuola, i trasporti e la sanità!

Qui non si tratta di difendere principi, una ministra, un governo, che sulle apertura delle scuole ha fallito e ha dato vita da settembre in poi a una campagna mediatica per dimostrare il contrario, qui si tratta di salvaguardare la salute degli alunni, degli insegnanti, del personale della scuola, dei DS, delle loro famiglie, di noi tutti, non di creare ulteriori catene di contagio.

Noi non possiamo che ripetere con Hobbes, “Primum vivere, deinde Philosophare.”

Libero Tassella SBC

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