Concorso DS, occhi puntati al 3 luglio per la decisione TAR Lazio.

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Occhi puntati al 3 luglio, quando il TAR Lazio si esprimerà su tutti i ricorsi per il concorso a Dirigente Scolastico.

In primis io escludo che ci possano essere ammissioni con riserva di ricorrenti bocciati alla prova scritta.

Tre potrebbero essere le possibili soluzioni:

1) Annullamento della prova scritta per tutti e ripetizione per tutti i candidati anche per quelli che stanno svolgendo la prova orale con esiti positivi e/o negativi. Lo svantaggio, di questa soluzione, oltre al moltiplicarsi dei contenziosi, sarebbe l’aumento dei costi della procedura concorsuale con il risultato di non avere sulle dirigenze vacanti i nuovi DS il primo settembre, obiettivo del ministro Bussetti con il rinnovo del deleterio fenomeno delle reggenze che ormai durano da troppo tempo per cui è stato modificato in itinere lo stesso iter concorsuale, abbreviandolo. Escluderei questa ipotesi, anche se non impossibile.

2) Ammissione dei docenti bocciati allo scritto a una prova orale suppletiva che potrebbe essere l’operazione più semplice per il Miur a cui giorni fa hanno accennato i tecnici del Miur in caso di soccombenza.

3) Dar corso regolarmente al concorso e portarlo a termine con le prime nomine il primo settembre con lo scorrimento della graduatoria, prevedendo per tutti coloro che avevano superato nel luglio 2018 la preselettiva, ma che non avevano superato lo scritto, un concorso riservato il prossimo anno con un scritto e un orale e una graduatoria che dovrebbe scorre in subordine alla graduatoria precedente.

Questa ipotesi prevede dei costi e dovrebbe essere definita con la prossima legge finanziaria 2020. Insomma, ricorrendo il numero tre, potremo dire per questo concorso, in cui l’amministrazione scolastica ha dimostrato tutti i suoi limiti, con il grande Massimo Troisi, di cui ricorrono i 25 anni dalla morte, ricomincio da tre.

Libero Tassella

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