Libero Tassella – Salvini sta tornando a Roma. E finalmente potrebbe partire un governo politico 5 stelle, Lega con l’aggiuntaquesta volta di Fratelli d’Italia. La prospettiva di un governo Cattarelli sarebbe archiviata come le elezioni il 29 luglio. Uso il condizionale perché ormai gli attori di questa vicenda Salvini, Di Maio, Mattarella ci hanno abituati ai colpi di scena. Bene. Io ora ragiono per la scuola, per il dicasteto aquanto pare ancora considerato di seri B e forse di serie C che é quello della scuola, dall’università e della ricerca e che ha sede in un palazzo di Viale Trastevere chiamato simbolicamente La Minerva. Orbene noi sappiamo che fino al primo pomeriggio di domenica scorsa, prima dell’incontro separato Salvini, Di Maio con Mattarella per varare il Conte I, governo poi naufragato in poche ore, quel ministero sarebbe dovuto andare ai 5 stelle, e il ministro designato sarebbe dovuto essere un DS brindisino, tal Salv atore Giuliano, aspramente contestato da molti di noi io per primo per quel che Giuliano aveva rappresentato, detto e non detto e soprattutto fatto durante il governo del PD. Era stato fino all’ultimo minuto, prima della designazione come ministro in pectore di Di Maio il 2 marzo, un fan sfegatato ed esagitato della Buona Scuola di Renzi nonché aveva collaborato con i due ministri PD, Giannini e Fedeli. Orbene, nel primo pomeriggio di domenica la casella del Miur viene con un colpo di scena assegnata alla Lega, viene indicato come ministro un amico milanese del Richelieu della lega tal Giorgetti. Si tratta del dott. Bussetti. Chi era costui? Un signor la qualunque.Un burocrate, già insegnante di educazione fisica in gioventù poi transitato nel ruolo degli amministrativi e ora funzionario presso la Direzione scoladtica Regionale della Lombardia, dirige l’AT di Milano. In pratica un burocrate che certo non ha combattuto la 107, non avrebbe neppure potuto ma l’ha applicata, supportando credo i Dirigenti scolastici milanesi. Ora mi domando cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo? Prima un preside e loi un oscuro funzionario dell’AT di Milano? Ecco perché io rinnovo l’invito al prof Conte per quel che può valere il mio appello, niente, come insegnante che ha contrastato la buona scuola, metta professore a capo della scuola italiana un insegnante, un politico oggi in Parlamento, un insegnante che abbia lottato contro la 107, contro le politiche scolastiche di questi anni che hanno abbassato la qualità della scuola italiana e che hanno ridotto gli insegnanti a meri esecutori alle dipendenze dei dirigenti scolastici e della buropedagogia governativa.Sarebbe un’azione di discontinuità, un gesto rivoluzionario che dimostrerebbe una volontà reale di cambiamento, dalla parte degli insegnanti e degli studenti italiani.
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